Le emozioni, parole, ricordi prendono forma nel nostro corpo.
Il peso ha tante sfumature e oggi la domanda è: cosa ti pesa nella tua vita?
Una prima premessa è che siamo tutti creatori della nostra vita. Seminiamo con i nostri pensieri e con le nostre emozioni ciò che raccogliamo come esperienza, persone e vissuto. Il nostro corpo è un ricettacolo molto intelligente, ci mostra spesso ciò che magari non vogliamo vedere con la mente perché ci fa paura o ci sembra troppo difficile da affrontare: la verità.
Quale verità contiene il tuo peso? Cosa trattiene che non riesci a lasciar andare neanche con la dieta più ferrea?
Il peso può contenere parole, giudizi o critiche. Possiamo accorgersi che una critica per esempio può essere come un eco che proviene da molto lontano, spesso dalla nostra infanzia. Cosa ti pesa, che parole ti rimbomba in testa?
Il grasso nel corpo può trattenere emozioni, sentimenti, ferite, ricordi. Possiamo accorgersi che sono rimaste bloccate nel nostro corpo delle emozioni mai digerite come la vergogna, delle umiliazioni, mortificazioni, la rabbia, la paura o una grande tristezza. Ci possiamo chiedere allora: da quale sentimento e da quale immagine/ricordo provengono?
Il corpo come protezione e barriera alla sofferenza
Il corpo opulente può rappresentare una protezione o una difesa, una barriera, un muro, una corazza. Forse l’atteggiamento di un genitore ieri, di un partner oggi o di un capo è giudicante, critico o lamentoso. E non ti dai il potere e il diritto di rispondere. Non ti dai la possibilità di mettere delle pareti per proteggerti e difenderti. Allora le parole possono diventare dei rospi da ingoiare, dei bocconi troppo voluminosi, amari e disgustosi… Non digerisci e accumuli tutto sotto forma di grasso nel corpo.
Possiamo anche avere come reazione un corpo che inspessisce per proteggerci e allontanare gli altri per non più sentirli o per non soffrire. Il corpo diventa allora uno scafandro, un armatura che può portare alla solitudine. Ed è un paradosso perché spesso tutto nasce dal sentimento (infantile) di essere inadeguati agli occhi di chi amiamo di più quando siamo piccoli: i nostri genitori. Interpretiamo dai tanti rimproveri, sguardi, colpi, punizioni, o dall’assenza di un genitore di non andare bene così come siamo. Quindi ci snaturiamo per rispondere alle aspettative, per non essere abbandonati, per non rimanere soli ed essere accettati e amati.
Il corpo somatizza
Il grasso eccessivo può anche rappresentare qualcosa che ti pesa nella vita o della vita. Può essere un lavoro pesante che non ti piace più, una relazione finita da tempo ma che, per paura della solitudine o della sopravvivenza, porti avanti, può essere una madre ingombrante, un figlio acquisito, un esperienza che non mai digerita. Le esperienze più pesanti che portano bambini o adolescenti ad ingrassare sono gli abusi. Cosa ti pesa nella vita?
Il corpo è il risultato di ciò che pensi di te. Se non ti vedi bella/o magari è perché non ti sei mai sentito accettato per ciò che eri e stai ancora provando di essere la brava bambina/il bravo bambino. Tutti i pensieri che ti passano per la testa potranno essere come le voci dei genitori o di chi ti ha cresciuto e magari sarai molto severo nei confronti del tuo corpo.
Criteri di bellezza e alimentazione
È molto facile oggi avere un corpo che non corrisponde ai criteri di bellezza attuali perché sono (quasi) irraggiungibili! Da quando siamo piccoli, siamo formattati sui presupposti di bellezza diventati convinzioni inconsce che si basano sulla magrezza delle modelle, attrici, attori, principesse delle favole. Il loro corpo non riflette affatto la natura umana. Sono indotti da un sistema di mercato che inonda di cibo spazzatura e rimedi vari, come palestre, diete miracolose, chirurgia estetica eccetera.
Nell’alimentazione e nel cibo spazzatura, spesso troviamo un modo di sfogarsi. Quando viene portato all’estremo si parla allora di bulimia. Se ancora non hai risolto delle problematiche che provengono dall’infanzia, se ancora delle ferite non sono del tutto rimarginate, allora potrai avere come reazione di colmare il dolore mangiando qualcosa di magari tanto dolce o anche di tanto salato: per fuggire dal dolore, ci rifugiamo nel cibo. Come ogni meccanismo deleterio e dipendenza, l’effetto immediato e momentaneo è una sensazione di benessere che lascia poi spazio ad un malessere ancora più grande del dolore iniziale. La soluzione è sempre nella ricerca della causa profonda del meccanismo.
La Terapia Cristallo propone di andare alla ricerca dell’origine del problema e trovare le sue cause profonde. Mettere in luce i nostri conflitti permette di scioglierli e evolvere.